giovedì 4 giugno 2020


Chiamati alla Santità per un Servizio Santo

 L’esortazione Apostolica di Papa Francesco: Gaudate et Exsultate è un documento sulla chiamata alla Santità che ci sprona, ci infervora a vivere oggi con i suoi rischi e le sue opportunità questa chiamata.  
   Il Signore ha scelto ognuno di noi “per essere santi ed immacolati di fronte a Lui nella Carità”. (Ef 1,4)  È il Signore che chiama ad un servizio santo nella chiesa e nel mondo, per un RnS che è santo: “Siate Santi, perché io sono Santo” (1Pt 1,16)
   Il Santo Padre è lapidario: “Ci occorre un servizio di Santità che impregni tanto l’ abbandono quanto il servizio, tanto l’intimità quanto l’impegno evangelizzatore, così che ogni istante sia espressione di amore donato sotto lo sguardo del Signore. Allora, tutti i momenti saranno scalini nella nostra via di santificazione”.
   Dobbiamo riaffermare la nostra Identità: “Comunità-Carismaticità-Missionareità”.
   A conclusione del suo discorso al Circo Massimo di Roma il Santo Padre ci ha indicato la via: “Condividere con tutti nella Chiesa “Il Battesimo nello Spirito”, lodare il Signore senza sosta, camminare insieme con i cristiani di diverse chiese e comunità nella preghiera e nell’azione per i più bisognosi, servire i più poveri e gli infermi; questo si attendono la Chiesa ed il Papa da voi, RCC, ma da voi tutti, tutti tutti voi che siete entrati in questa “Corrente di grazia”! (03 Giugno 2017)
   Tutti, perciò, dobbiamo avere a cuore il futuro del RnS.
   Ad alcuni è chiesto di assumersi la responsabilità di servire i Gruppi e le Comunità con gioia, dedizione, fedeltà, spirito di comunione, aiutando le sorelle e i fratelli a vivere questa nostra  “Corrente di Grazia”.
   Proponiamo assolutamente un arricchimento di conoscenza storico e spirituale per tutti gli animatori e responsabili del RnS e a quanti si apprestano ad assumere un incarico di servizio, questa conoscenza permetterà di assimilare preziosi elementi per aspirare a un Servizio Santo Generato dall’esperienza del “Battesimo nello Spirito Santo” o “ Effusione dello Spirito Santo”.  

Come la Chiesa poggia sulle sue origini e sulle sue tradizioni
che è necessario conoscere
Così il RnS deve rifarsi alle sue orgini e alla sua storia
ch’è necessario conoscere
           Perciò, parafrasando Paolo in Rom 10,14-15:
“È come potranno credere, senza averne sentito parlare?
E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi?”
Aggiungo:        E come potranno parlarne se non conoscono?
                  Tutti, perciò, dobbiamo conoscere e comunicare,
e gli anziani che si susseguono imparare per poi trasmettere.

Il RnS è una corrente di grazia
E’ una corrente di grazia … E’ una sorpresa dello Spirito Santo … E’ ricominciare a vivere una Vita Nuova d’intimità con Dio sotto la guida dello Spirito Santo.
La spiritualità del RnS è nettamente orientata verso Gesù e che è vissuta sperimentalmente come una relazione intima e personale. Il Cristo, ”Colui che battezza nello Spirito”, è posto in primo piano. Una intimità da persona a persona si sviluppa in un incontro dove Gesù stesso prende l’iniziativa del dialogo e della chiamata e invita alla reciprocità. Spesso sarà come una scoperta del Cristianesimo, non più come un’ideologia, ma come l’incontro con la persona viva di Gesù, divenuto la più realtà della realtà, Gesù riconosciuto come Salvatore, Maestro, Pastore, Via, Verità, Vita, Alfa e Omega, tanto per se stesso che per il mondo. E’ da notare che il Gesù che sta al centro del Rinnovamento è quello della nostra fede …”
(p. 94 “Lo Spirito Santo nostra speranza” di L. J. Suenens)
L’esperienza della conversione sussiste e si realizza in una sorta di relazione particolare con Dio. Ciò si manifesta nel fatto che “il senso della presenza di Dio nella propria vita” è il principale beneficio rivendicato dai membri del Rinnovamento Carismatico.”   ( p.82 “I Carismatici Cattolici” di Joseph Ficher.)      
Perciò il Rinnovamento che cos’è se non una esperienza di fede?
E’ una “ Vivance “, cioè un modo di vivere, conforme ad una regola di fede.
La regola di fede è costituita dalla dottrina cattolica sul Battesimo: la nuova creatura nascendo partecipa alla vita trinitaria ad opera dello Spirito Santo.
Per cui nel Rinnovamento c’è la riscoperta, in età matura, del Battesimo ricevuto nell’infanzia e spesso non vissuto coerentemente.

Il Card. Suenens già nel 1973, che aveva aderito al Rinnovamento Carismatico e ne era diventato un ardente promotore, in occasione della Pentecoste, scriveva nella sua Lettera Pastorale: “È lecito ritenere, guardando al Vaticano II, a dieci anni di distanza, che il Concilio, affermando la propria fede nei carismi, ha compiuto un gesto profetico e ha preparato i cristiani di oggi ad accogliere il Rinnovamento Carismatico, che sta acquistando, sotto i nostri occhi, un’ampiezza sorprendente nei cinque continenti.
In questa lettera pastorale che è riportata nel documento (V. 85/Riscoprire lo Spirito Santo- Maestri della fede) battezzò il RCC “Corrente di grazia”: Una volta a pag. 8. due volte a pag. 9 e a pag. 10 lo definisce: “Rinnovamento Spirituale” (espressione ripresa da Paolo VI nel ‘75). A pag. 10 primo capoverso: “Crediamo di fronte a Dio che si tratta di scelta per la Chiesa Post Conciliare” 
Giovanni XXIII ebbe grande stima del Card. Suenens
Per il Vaticano II Papa Giovanni consegnò al Card. Suenens due schemi chiavi del Concilio che divennero Lumen Gentium e Gaudium et Spes.
In quella veste, in uno dei suoi poderosi interventi sul ruolo attuale dei carismi nella Chiesa, riscontrò attenzione ed interesse, ma anche una forte opposizione.
Il Card. Suenens dovette affrontare con energia e certezza profetica precisamente il Card. Ruffini il quale presentava i carismi come una faccenda del passato.
(AA.VV. Il rinnovamento Carismatico – Intervista di Renè Laurentin al Card L.J.Suenens pp. 95/104.
Gravissima questa opposizione di Ruffini anche perché non tenne conto di quanto era accaduto, agli inizi del 1900 nella Chiesa Cattolica con Elena Guerra e nella Chiesa Pentecostale con Charles Pahram.
Il filo conduttore unico: Elena Guerra avvertì che la Chiesa aveva perso il clima ardente della Pentecoste; Charles Pahram confrontava la debolezza della sua Chiesa con la Potenza del primo secolo: questo raffronto resta costante fino a quando la Chiesa riacquista e soprattutto riacquisterà il clima della Pentecoste.
Questa ricerca pentecostale tra i protestanti i cattolici dopo gli anni 50/60:
In quel tempo tutte le Chiese Protestanti tentarono di vivere il tempo della Pentecoste  lo testimonia Herald Bredesen: “Gli sembrava che la sua vita religiosa non avesse    vitalità, specialmente quando paragonava le sue esperienze con quelle dei primi Cristiani. “Vi era uno zelo, una sorgente di vita nella Chiesa primitiva! La Chiesa oggi, nella sua quasi totalità, ha perduto questo. Voi lo avvertite, (rivolgendosi a Sherrill) ne sono sicuro. Dove sono le vite cambiate? Dove sono le guarigioni? Dov’è la fede per la quale gli uomini sono disposti a morire?” (cf: “Essi parlano altre lingue” di J. Sherrill p. 17)

Così fu nella Chiesa Cattolica. A cominciare da Duquesne: Alcuni laici, professori e studenti, impegnati in attività liturgiche, spirituali e di apostolato, constatavano il risultato piuttosto deludente dei loro sforzi. Leggevano gli atti gli Apostoli e riflettevano sulle meravigliose esperienze dei Pentecostali descritte nei due libri: “La croce e il pugnale” di David WilKenson  ed “Essi parlano altre lingue”  John Sherrill.   
Finalmente il 17 febbraio 1967, in quel Week-end di preghiera: “Esperimentarono tutti una profonda trasformazione interiore, una presenza viva del Signore in se stessi, un nuovo rapporto con il Signore e con i fratelli e maggior coraggio e franchezza nel dare testimonianza alla loro fede”
(cf: “I gruppi di Rinnovamento Carismatico” di S. Rinaudo p. 17/18)

I PERICOLI CHE OSTACOLANO UN SERVIZIO SANTO
  Il servizio e il pericolo di una fede soggettivista
Non possiamo intendere ed interpretare una mansione di servizio in modo personale. È necessario per noi un buona dose di carità con la quale esercitare il servizio ai fratelli e sorelle nel RnS con tanto amore.
   Il servizio è il pericolo di una spiritualità disincarnata
La vita nuova nello Spirito non è una pausa dalla realtà, bensì una incarnazione. Il cristianesimo non è un insieme di buone teorie, ma un servizio all’uomo in cui Dio si rende presente e operante se lasciamo spazio allo Spirito Santo in sintonia con l’esortazione di Paolo: “Vi supplico in nome di Dio: Lasciatevi riconciliare con Dio”. Saremo creta cera che Dio modellerà con le sue mani.
   Il pericolo di contare solo sulle proprie forze nel servire
Per scansare, evitare questo pericolo non dobbiamo fare affidamento unicamente sulle nostre proprie forze, perciò non solo parlare della grazia di Dio,  ma invocare Dio e che sia Lui e non noi ad operare per il servizio al RnS e a tutta la comunità.
   Il servizio e il pericolo di non lasciare agire la grazia
Il cammino di Vita Nuova nello Spirito è il cammino della grazia in noi, non dobbiamo impedire l’opera di trasformazione nello Spirito per poter offrire un servizio sempre più efficace. Tutto è grazia, è dono. Il RnS è un dono e noi stessi siamo un’offerta per gli altri, nel servizio, se ci lasciamo usare da Dio. La prima cosa è appartenere a Dio, offrirci a Lui, offrirgli le nostre capacità, la nostra lotta contro il male, il nostro impegno e la nostra creatività, affinché il Suo Dono Gratuito Cresca e si Sviluppi in Noi.
   Il servizio e il pericolo dell’autocompiacimento egocentrico
Come il navigante è attento sempre a seguire la rotta, chi assume un servizio deve stare attentissimo a tenere la barra sempre “al centro ed il centro è Dio” Possiamo rischiare di perdere la guida dello Spirito Santo se spostiamo la barra da Dio a noi, dobbiamo invece sempre annullare il nostro IO e fare emergere in ogni nostra azione di servizio  LUI ed in LUI  c’è sempre la creatura di DIO.
Attentissimi: tante volte iniziamo con un’intensa vita nello Spirito, ma poi finiamo per fossilizzarci in routine, in abitudine senza anima.
   Non diffidare dell’impegno sociale per servire l’uomo
Non dobbiamo diffidare di ogni servizio reso all’uomo, della difesa e promozione della sua dignità. Lungi da noi diffidare dell’impegno sociale di altri fratelli. La difesa dell’innocente che non è nato è sacra, egualmente è sacra la vita dei poveri, degli ammalati, degli anziani, di nuove forme di schiavitù. I fratelli che operano in queste situazioni sono meritevoli di lode
   Servire non è offrirsi a Dio e non offrirsi ai fratelli
Altra incongruenza da vincere è ritenere che sia vero culto il tempo che dedichiamo a Dio, senza dare uguale risalto alla dedizione ai fratelli.
La misericordia che riceviamo è la misericordia che siamo chiamati ad offrire ai fratelli nel nostro servizio. La preghiera è preziosa se alimenta una donazione quotidiana d’amore. Il nostro culto è gradito a Dio se viviamo con generosità e dedizione il servire i fratelli.

La gioia delle origini
La gioia di riscoprire che il RnS è un popolo di salvati, che non si stanca di gridare con la vita: Gesù è il Signore!  Perché noi siamo un popolo CRISTOCENTRICO.
La gioia delle origini, il canto in lingua dei primi tempi hanno un segreto: L’abbandono del cuore – vera sapienza dello Spirito – la gioia interiore sempre e comunque.
Tutto era occasione di grazia: in ogni avvenimento si diceva Alleluja. 
Qualunque cosa - a imitazione di quanto ricordato da Paolo ai Corinzi (Cor 10,31) - veniva fatto per il Signore: Fare tutto per il Signore … Abbiamo bisogno di Ritrovare il volto di Gesù; Risentire la sua voce; Riascoltare la preoccupazioni del suo cuore: “Ricorda come hai accolto la Parola, osservala e ravvediti” (Ap 3,3);    Riassaporare   una nuova effusione dello Spirito. Un nuovo incontro con Dio.
David Morgan, uno dei partecipanti al celebre Week-end di preghiera del 17 febbraio 1967, confessa: ”Cristo era tanto realmente presente da sentirlo al mio fianco … Durante la mia preghiera era come se intendessi un altro pregare nel profondo di me stesso”  
Egli lo chiamò: un incontro con Cristo, un incontro col mio Dio.
          Simile a questo dev’essere il nostro rapporto con Gesù, solo allora
saremo credibili quando diremo ai nostri fratelli: “Dio ti Ama”.
Quando negli Atti degli Apostoli leggiamo che quelli che ascoltavano la predicazione di Pietro “si sentirono trafiggere il cuore(At 2,37), l’autore ha voluto significare che ne erano presi in tutto il loro essere. Quando similmente sentiremo il nostro cuore trafitto per il sacrificio salvifico di Gesù per noi?     
Don Dino ricordando gli inizi del RnS o Rinnovamento Pentecostale, come preferiva chiamarlo il Card Suenens, durante la XXV Conferenza Animatori di Fiuggi (2007) affermò:Il traguardo raggiunto è frutto di un impegno serio e responsabile che ci ha fatto gradualmente superare prevenzioni, ostilità, incomprensioni e, anche inevitabili crisi. Riconoscenti verso tutti coloro che ci hanno preceduti, TORNIAMO ALLE ORIGINI. Siamo consapevoli delle nostre responsabilità di fronte allo Spirito che ci ha chiamati e alla Chiesa che ha preso atto di questo meraviglioso progetto del Rinnovamento, frutto del Concilio Vaticano II.
Perciò non è forse anche oggi urgente RITORNARE alle “ORIGINI”, caratterizzate da stupore travolgente, dal presagio di un popolo nuovo, di un’era nuova inserita nell’oggi di Dio?
RITORNIAMO alla preghiera carismatica, preghiera celebrata, partecipata, ricca di fede, di carismi, di gioia spontanea e entusiasmo, animata da sobria Parola di Dio”!  ( No alla preghiera stantia e ripetitiva)
Oggi anche io tanto vi ripropongo!
Mentre voglio anch’io salutarvi con lo stesso saluto fatto al Rinnovamento dal Cardinale Suenens.
Il Card. Suenens e il suo saluto
 “Voi lo sapete meglio di me: noi siamo nell’oscurità ma allo stesso tempo ci sono le stelle e c’è il sole; e se c’è il sole Voi siete “Figli del sole”.
Questo è il mio augurio per voi: restate, dovunque voi siate, figli e figlie della luce di Gesù. Portatela al mondo per un altro secolo; voi non avete terminato il vostro lavoro.
Grazie per la vostra fede, grazie per la vostra speranza e grazie per il vostro amore.
Ed ora un vecchio vescovo vi benedice diecimila volte.”

OGNI AVVENIMENTO OGNI CIRCOSTANZA OGNI PERSONA CITATI IN QUESTA SINTESI DOVREBBERO ESSERE RACCONTATE STUDIATE E MEDITATE PER UNA MAGGIORE NOSTRA CRESCITA DI MENTE E DI CUORE.
In altra comunicazione, spero tra breve, voglio comunicarvi le date e gli avvenimenti che hanno stimmatizzato le origini del RnS in Italia.
Date ed avvenimenti che ogni aderente a questa corrente di grazia deve conoscere come fossero dati anagrafici della sua vita di nascita e rinascita in Cristo Gesù.




giovedì 21 novembre 2019

PREGHIERA DI EFFUSIONE nel RnS


PREGHIERA DI  EFFUSIONE
nel RnS
        
I gruppi ecclesiali più conosciuti: Focolarini, Neo Catecuminali, Comunione e Liberazione hanno il loro fondatore. Il nostro “Rinnovamento nello Spirito” non ha un fondatore riconoscibile in una persona, il nostro fondatore è il Signore.
Walter Smet, domenicano, intitola il suo libro, che di noi parla: “Pente-Costalismo Cattolico” perché in quella corrente si ricerca l’opera dello Spirito Santo, nella Pentecoste c’è la manifestazione dello Spirito Santo.
Altri testi: “L’ora dello Spirito” S. Falvo; “Riscoprire lo Spirito Santo” L. J. Suenens;
“I Gruppi di Rinnovamento Carismatico”S. Rinaudo; “Il Rinnovamento Carismatico” Civiltà Cattilica; “Rinnovamento Carismatico” AA. VV.; “Il Ritorno dello Spirito” K.e D. Ranagan; “Il Movimento Carismatico nella Chiesa Cattolica” Renè Laurenten;
“Lo Spirito Santo Nostra Speranza” L.J. Suenens; “I Carismatici Cattolici” J. Fichter;

Il Rinnovamento nello Spirito “RnS” è una corrente di grazia
E’ una corrente di grazia … E’ una sorpresa dello Spirito Santo … E’ ricominciare a vivere una Vita Nuova d’intimità con Dio sotto la guida dello Spirito Santo.
La spiritualità del RnS è nettamente orientata verso Gesù e che è vissuta sperimentalmente come una relazione intima e personale. Il Cristo ”Colui che battezza nello Spirito”, è posto in primo piano. Una intimità di persona a persona si sviluppa in un incontro dove Gesù stesso prende l’iniziativa del dialogo e della chiamata e invita alla reciprocità. Spesso sarà come una scoperta del Cristianesimo, non più come un’ideologia, ma come l’incontro con la persona viva di Gesù, divenuto la più realtà della realtà, Gesù riconosciuto come Salvatore, Maestro, Pastore, Via, Verità, Vita, Alfa e Omega, tanto per se stesso che per il mondo. E’ da notare che il Gesù che sta al centro del Rinnovamento è quello della nostra fede …”
(p. 94 “Lo Spirito Santo nostra speranza” di L. J. Suenens)

L’esperienza della conversione sussiste esiste e si realizza in una sorta di relazione particolare con Dio. Ciò si manifesta nel fatto che “il senso della presenza di Dio nella propria vita” è il principale beneficio rivendicato dai membri del Rinnovamento Carismatico.”   ( p.82 “I Carismatici Cattolici” di Joseph Ficher.)      

Perciò il Rinnovamento che cos’è se non una esperienza di fede?
E’ una “ Vivance “, cioè un modo di vivere, conforme ad una regola di fede.
La regola di fede è costituita dalla dottrina cattolica sul Battesimo: la nuova creatura nascendo partecipa alla vita trinitaria ad opera dello Spirito Santo.
Per cui nel Rinnovamento c’è la riscoperta, in età matura, del Battesimo ricevuto nell’infanzia e spesso non vissuto coerentemente.
Allora
La preghiera d’effusione dello Spirito Santo, è lo strumento, il mezzo con il quale il Rinnovamento suscita in un fratello la ricerca dei valori battesimali e finalmente viverli coerentemente.  È quel momento particolarmente forte nell’itinerario del cristiano per innamorarsi appassionatamente del suo Dio.
”” Un fratello, dopo una preparazione accurata e formativa, chiede alla sua comunità del R.n.S di pregare su di lui con l’imposizione delle mani: è un’umile preghiera, iniziata dal capo equipe: Fatta al Padre per ringraziarlo per il fratello donato alla sua famiglia ed alla comunità cristiana e per il SUO amore paterno per lui; Fatta a Gesù per liberarlo da ogni tentazione, per allontanare da lui qualsiasi negatività che lo può distoglierlo dal cammino d’amore che ha intrapreso per stare in comunione col Cristo; Implorata  allo Spirito Santo affinché risvegli i Carismi, già infusi nel Battesimo e nella Cresima, perché Effondano da lui come “Sorgente d’Acqua Viva ” per inondare tutti coloro che avvicina e farli innamorare di Gesù  Vivo. Poi ogni fratello dell’equipe può esprimere una preghiera o leggere una Parola.
  La preghiera si conclude come se gridassimo con Paolo: “Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio ”(2Cor 5,20).”
                                    appare      (Brocca Bicchiere Vassoio)
L’imposizione delle mani era frequente nella chiesa apostolica, ma  perdura ancora oggi nella chiesa cattolica per la teologia paolina. S. Paolo nelle sue lettere ne parla spessissimo come ad esempio nelle lettere a Timoteo (1Tim 4,14 e 2Tim 1,6), in quest’ultima rivolgendosi a Timoteo così gli scrive: “… ti ricordo di ravvivare il dono di Dio che è in te per l’imposizione delle mani ”.

Questa preghiera, quasi sempre, produce dei frutti: una lacerazione nel nostro io, perché ci chiede di tagliare col nostro passato e ci dice come ad Abramo: “ Esci dalla tua terra ”; una conversione personale decisa di rompere definitivamente non solo con il peccato mortale, ma con quelli veniali deliberati, sradicando odi e risentimenti, spogliandosi di idoli, ma soprattutto fare convergere tutta la nostra attenzione su Cristo Gesù; un incontro personale e particolare con Cristo Gesù che mentre ci invita a testimoniarlo fino ai confini del mondo, ci  adombra, in quel momento, di Potenza e Grazia dello Spirito Santo che viene in nostro aiuto per rimuovere ogni ostacolo per l’esercizio di tutti i doni e  Carismi, che già albergano in noi, e per dilatare il nostro amore per l’Unigenito e per tutti i fratelli.

L’apostolo Paolo parla spesso di Spirito Santo ”versato”, “sceso”, “colmo”, “riversato”, “effuso” il quale “illumina”, “conforta”, “assiste”. Ma questo stesso Spirito, effuso da Dio ed INFUSO in noi, col Battesimo e con la Cresima, resta ignorato dentro l’anima, ma lo Spirito Santo vuole effondersi da noi, quasi versarsi fuori, in maniera che se ne avverta la presenza. (brocca e bicchiere – pausa)      
La Vita Soprannaturale in noi vorrebbe manifestarsi e non riesce perché incontra blocchi, impedimenti; bisogna “liberarla” da questi condizionamenti.
E’ necessario che il Battezzato e Cresimato, anche in età adulta, prenda coscienza della ricchezza di Spirito Santo che egli contiene.

Walter Smet parla di “liberazione”, di farci liberare dallo Spirito Santo, a pagina 77  del suo libro: Pente-costalismo Cattolico, scrive Fratelli: “siamo immersi in Dio più che un pesce nell’acqua e non ce ne accorgiamo”!
S. Agostino: “Tu eri dentro di me, e io fuori. E la ti cercavo”     Come dire:
“Lui nuota dentro me ed io lo cerco rovistando la sabbia”  
Con la preghiera d’effusione s’invoca affinché lo Spirito sia liberato dai nostri blocchi  e si manifesti finalmente l’azione di Dio che salva, possiamo finalmente fare esperienza dell’Amore di Dio, d’ora in poi sapremo continuare la nostra storia personale imitando quella di Cristo e camminando insieme al nostro Salvatore.                          
“Donaci , Signore, l’esperienza del tuo Amore” con queste parole, nel salterio della Pentecoste, la chiesa ci fa pregare.

Il Cardinale Josef Suenens, padre del R.n.S., nel suo libro “ Lo Spirito Santo nostra Speranza ”, definisce l’Effusione: ESPERIENZA DI DIO.

Questa fu l’esperienza dei partecipanti al famoso week-end di preghiera il 17 febbraio 1967 all’Università di Duquesne, descrissero la loro effusione come una VIVA  ESPERIENZA DI DIO, presero coscienza di  un forte senso della figliolanza divina col Padre; sentirono la presenza di Gesù, l’incontrarono personalmente come fratello, assaporarono la propria salvezza per i suoi meriti, si accorsero di una intimità personale con Lui, amarono, per mezzo Suo, tutti i fratelli che li circondavano; avvertirono una nuova forza sprigionarsi dal loro cuore, come una forte carica d’amore che lo Spirito traeva dal loro petto per amare ogni uomo e tutto l’universo. David Morgan lo chiamò: “Un incontro con Cristo, un incontro col mio Dio”.        Da quelle poche piante i loro frutti invasero il mondo

DALLE NOSTRE PIANTE si manifesteranno altrettanti frutti? Mostreremo la presenza dello Spirito Santo in noi e ciò che ha prodotto nella nostra anima, afferreremo e additeremo anche quel FRUTTO di cui parla Paolo in Galati 5,22: “Amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, mitezza, fedeltà, domino di se”.
Per conoscere meglio, per meglio portare nella nostra vita ed oltre questo frutto dello Spirito, il Signore ci ha dati: “I sette doni” dello Spirito Santo che sono regali che lui ci fa per affinarci di più a sé. Sono: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio.

(Questi doni sono enumerati nel Libro del profeta Isaia al capitolo 11 dove parlando del Messia che verrà il profeta dice che sarà ricoperto dello Spirito del Signore che è spirito di sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, scienza, pietà, timore di Dio
È interessante notare che nell’originale ebraico erano nominati solo sei doni, mancava la pietà, quando invece è stata preparata la versione greca chiamata dei 70 (circa un secolo prima di Cristo), essi introdussero anche la pietà perché nella lingua greca il termine timore di Dio non rendeva la pienezza di significati del corrispondente ebraico.)

[[La Risurrezione ha realizzato in pienezza il disegno salvifico del Redentore, l'effusione illimitata dell'amore divino sugli uomini. Spetta ora allo Spirito coinvolgere i singoli in tale disegno d'amore. Per questo c'è una stretta connessione tra la missione di Cristo e il dono dello Spirito Santo, promesso agli apostoli, poco prima della Passione, come frutto del sacrificio della Croce. «Lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti» (Rm 8,11) deve abitare in noi e portarci ad una vita sempre più conforme a quella del Cristo risorto. Tutto il mistero della salvezza è evento dell'amore trinitario, dell'amore che intercorre tra Padre e Figlio nello Spirito Santo. La Pasqua ci introduce in questo amore mediante la comunicazione dello Spirito Santo, «che è il Signore e dà la vita».]]

Sembrerebbe che il motto di Dio è dare, dare, dare.
Vorremmo che il nostro motto fosse: Signore usaci, usaci, usaci.

SAPPIAMO  CHE CONTENIAMO IL DONATORE DEI DONI,  se non faremo resistenza allo Spirito Santo, poiché Egli vuole effondersi e diffondersi, potremo assistere ad un’esplosione meravigliosa e indicibile di manifestazioni Spirituali in noi e nei fratelli fino a sentirci ardere il cuore d’amore per aiutare Gesù a mostrare quel Corpo Mistico che Egli desidera realizzare in mezzo a noi.      

JAHVÈ, per l’amore appassionato che ha per ognuno di noi, decise e ci diede una sola volta e per sempre la VITA NUOVA NELLO SPIRITO.
Questo grande evento lo comunicò a noi per mezzo di Ezechiele che profetizzò:       Toglierò il cuore di pietra che sta in voi e metterò un cuore nuovo, uno Spirito Nuovo” (Ez 36,25-28). Gesù lo confermò parlando con Nicodemo: ”Dovete rinascere con acqua e Spirito” (Gv 3,5-9). Dovete diventare una creatura nuova, avere una Vita Nuova e lo stesso Gesù l’attuò: “Io sono venuto perché abbiate la vera vita” (Gv 10,10).             

Ma la vera vita, la vita nuova cos’è?
La Vita Nuova, la Vera Vita È IL SOFFIO DELLO SPIRITO DI GESÙ che in punta di morte, Crocefisso, diede alla Chiesa, e a Pentecoste riversò abbondantemente sui discepoli e su Maria. (At 2,1ss) Subito dopo gli apostoli, trasformati, cominciarono a predicare Gesù Cristo Morto Risorto.
Questo è il loro Vangelo: Cristo è venuto per salvare l’uomo dandoci la Sua Vita affinché noi avessimo una Vita Nuova ad opera del Suo Spirito che ci rende: “Tempio di Dio”(1Cor 3,16-17) che ci assicura: “lo Spirito di Dio abita in voi”(Rm 8,9-11), S. Paolo ripete questa espressione ben tre volte in tre versetti ed ancora, nella lettera agli Efesini 2,21-22 ci assicura : “In Lui venite edificati per diventare Tempio Santo del Signore … Dimora di Dio per mezzo dello Spirito”
 S. Paolo, scrivendo a Tito, gli ricorda d’insegnare che Dio: “Ci ha salvati non in virtù di opere di giustizia da noi compiute, ma per sua misericordia mediante un lavacro di rigenerazione e di rinnovamento nello Spirito Santo, effuso da Lui su di noi abbondantemente per mezzo di Gesù Cristo, Salvatore nostro,” (Tt 3,5-6)
Finalmente siamo coscienti d’essere stati salvati, senza alcun nostro merito, ma per grazia di Dio, perciò dobbiamo rinnovare tutti i nostri rapporti; creare rapporti nuovi con Dio Padre, con Gesù, con lo Spirito Santo, con Maria, con il nostro IO, con la preghiera, con gli altri.


I CARISMI STRAORDINARI


I CARISMI STRAORDINARI

 I carismi hanno avuto inizio con la Pentecoste (At 2,1ss) e continuano oggi ad
accompagnare la Chiesa e certo l’assisteranno anche domani.
Nella Comunità di Corinto i Carismi erano fiorenti e S. Paolo scrivendo proprio a quella prima Comunità Cristiana elencava le manifestazioni particolari dello Spirito posseduti da molti Corinzi che li esercitavano per l'utilità di tutta la Comunità.
Carisma del Linguaggio della Scienza (1Cor 12,8): consiste nella conoscenza di un evento non attraverso le vie normali dell'esperienza, del ragionamento e dello studio:
Nathan comprese il peccato di David con Bersabea; Anania conobbe la conversione di Saulo; Pietro capì come comportarsi con Cornelio e i pagani;  Cornelio dove trovare Pietro; S. Pio V° conobbe la vittoria di Lepanto; il medico Giuseppe Moscati diagnosticava con esattezza le malattie e ne dava il rimedio appropriato.
Carisma del Linguaggio della Sapienza (1Cor 12,8): consiste nell'agire con sollecita azione dando applicazione alla conoscenza Divina avuta o recepita: Nathan va subito a rimproverare David per il peccato con Bersabea; Pietro battezza subito Cornelio e i pagani; Giuseppe sa interpretare i sogni del Faraone e prevede la raccolta del frumento; abilità  delle scelte secondo Dio (Stefano eletto Diacono At 6,8-10); capacità di centrare con poche parole, semplicità e forza un problema.
Carisma del Discernimento degli Spiriti (1Cor 12,10): consiste nel  distinguere se è mozione dello Spirito Santo, del maligno o della nostra psiche. E' il custode degli altri Carismi dei quali protegge la genuinità.
Criterio generale: vedere  in una cosa, per esempio nel Rinnovamento, i valori positivi da conseguire (riscoperta dello Spirito, del Battesimo, della carità, della comunità, della lode) e i rischi da evitare (fondamentalismo biblico, desiderio del meraviglioso, esagerata stima dei carismi, emozionalismo).
Carisma delle Guarigioni (1Cor 12,9;Mc 16,17-18): consiste, soprattutto, di guarigioni spirituali e a volte da malattie psitiche (Guarigione delle memorie) e anche fisiche. 
S. Giacomo nella sua lettera al capitolo 5° versetti 14 e 15 ci sollecita: "C'e qualcuno che a ammalato? Chiami gli anziani della Chiesa ed essi preghino per lui ungendolo d’olio nel nome del Signore; la preghiera della fede salverà il malato e il Signore lo ristabilirà; se egli ha commesso dei peccati, gli saranno perdonati".
Sia sempre la Comunità a pregare, mai il singolo; si preghi, come dice la scrittura, con immensa fede e certezza che Dio ascolta le nostre suppliche, eliminando, prima, in noi e tra noi ogni residuo di risentimento.
Non bisogna guardare a questo carisma, come destinato ad eliminare la sofferenza redentrice ed il valore della Croce. La visione della vita senza malattia e un’utopia, non cristiana:
Cristo fra dolore e gaudio preferì la croce per la nostra redenzione.   
Carisma dei Miracoli (1Cor 12,10; Mc 2,3-12; Mt 8, 2-9; Gal 3,5): consiste nel repentino cambiamento dallo stato di necessità in uno stato benessere duraturo.
Dio, usando la Sua immensa Misericordia e Potenza, ha operato in prima persona, quand'era tra noi, poi si e servito di sue creature degne di operare, con la Sua Grazia e Potenza, nel suo nome. Questo Carisma ha accompagnato la Sua Chiesa per oltre 20 secoli e l'accompagna ancora.
Nel Rinnovamento nello Spirito si verificano miracoli in un certo senso più straordinari: cioè conversioni di cuori con cambiamento radicale di comportamento.
Carisma della Preghiera e Canto in Lingue; Messaggio in Lingue (Mc 16,17; 1Cor 12,10; 1Cor 14,5; 14,14 e 14,18; At 2,1-13: Pentecoste; At 10,1-48: Cornelio; At 19,1-7: Efeso): Consiste nel tentativo di esprimere in termini non concettuali ciò che non può esprimersi in termini codificati di un linguaggio antico o moderno, questo dono era diffusissimo nella comunità apostolica di Corinto.
E' un colloquio dell'anima con Dio, attraverso lo Spirito Santo.
Del canto in lingue un direttore d'orchestra che partecipò ad un corso di Vita Nuova nello Spirito a Roma ebbe a dire: "Da compositore e musicista devo affermare che questo canto corale a stato cosi armonioso come se fosse stato eseguito da un solo cantore”   (Meditate gente, meditate)
Il gesuita p. F. Sullivan parafrasando S.Agostino e il Jubilatio – acclamazione,
definisce la  preghiera o il canto in lingua una specie di cantilena in lingua non
codificata a cui Dio aggiunge il suo dono di preghiera di lode.
Un’altro gesuita p. R. Farisy sostiene  che la preghiera  in  lingua  è  la porta per cui di consueto entrano gli altri carismi.
I fratelli separati lo ritengono la prova più sicura del Battesimo nello Spirito.
Il Messaggio in Lingue  consiste  in  un dono che il  Signore fa ad uno o a più
credenti per l’edificazione sua e dell’assemblea e può essere indirizzato ad una
persona particolare o a tutta l’assemblea.
Esempi di questo Carisma li troviamo ampiamente trattati nei libri:“L’ora dello
Spirito” e i  “Carismi” scritti da don Serafino Falvo.
S. Paolo afferma che, nel caso esistesse tale Carisma nella Comunità dei credenti, necessario pregare affinché sia presente anche il Carisma dell’interpretazione.
Carisma dell’interpretazione (1Cor 12,10; 1Cor 14,13): consiste non nel tradurre letteralmente un messaggio codificato in una lingua straniera, ma ispirato dallo Spirito, interpretare il messaggio in lingue proclamando nell’assemblea ciò che lo Spirito vuole comunicare alla persona o a tutta la Comunità.
Affinché non succeda che si svilisca tale Carisma, Paolo afferma di possedere più di tutti i Corinzi il Carisma delle lingue, ma dichiara che preferisce dire cinque parole in una lingua conosciuta, che diecimila in una lingua che gli altri non conoscono.
Carisma della Profezia (1Cor 12,10; 1Cor 14,1e ss): consiste nel proferire una parola ricevuta da Dio per incoraggiare, consolare, ammonire, correggere, esorta, raramente per rimproverare.
La Parola ispirata da Dio può essere una mozione che avvertiamo fortemente nel cuore e sentiamo la necessità da comunicare; una parola biblica che sentiamo urgente da comunicare; una lettura biblica che abbiamo sotto gli occhi e sentiamo di partecipare all’assemblea.
Per noi cristiani il dono Profetico è avvenuto nella prima effusione dello Spirito Santo quando abbiamo ricevuto il Santo Battesimo (come afferma la Lumen Gentium); infatti la liturgia, all’unzione del Crisma, ricorda la dignità di Cristo sacerdote, re e profeta.
Il Battezzato, perciò, è chiamato, col dono della Profezia, a lodare Dio e rendere testimonianza a Cristo Salvatore del mondo:
“La testimonianza di Gesù è lo Spirito di Profezia” (Ap 19,10; 1Gv 5,7).
I Profeti sono presenti nella Chiesa sin dalle origini; dopo il primo secolo, ufficialmente questo Carisma è attribuito ai Vescovi; è stato ed è posseduto da tutti i Santi che, nel soffio dello Spirito Santo, hanno sostenuto e continuano a sostenere la Chiesa nel suo Cammino.
Oltre a queste due Profezie Battesimali e Istituzionali, c’è una terza forma di Profezia: quella Assembleare.   Questa forma è testimoniata da Paolo:
É la Profezia che sboccia nelle riunioni o assemblee di preghiera (Ef 2,20: - edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, avendo come pietra miliare Cristo Gesù -; At 10,43: - Tutti i profeti rendono questa testimonianza: chiunque crede in Lui ottiene la remissione dei peccati per mezzo del suo nome -).
Questo dono non si manifesta in tutti, come ogni dono carismatico, tutti ne possiedono i germi per cui, dice S. Paolo:“Tutti potete profetare” (1Cor 14,31).
Scopo della Profezia è proprio risvegliare la fede, alimentare la speranza, accedere la carità, sostenere la preghiera di lode e tenere alta la vita della Comunità perché la Parola di Dio, data nella Profezia, illumina, consola, ammonisce, edifica.     Ancora S: Paolo ci assicura:        
 “Ma tutte queste cose è l’unico e medesimo Spirito che le opera, distribuendole a ciascuno come vuole” (1Cor 12,11).

Giovanni XXIII per il Vaticano II consegnò al Card. Suenens due schemi chiavi che divennero Lumen Gentium e Gaudium et Spes.
In quella veste, in uno dei suoi poderosi interventi sul ruolo attuale dei carismi nella Chiesa, riscontrò attenzione ed interesse, ma anche una forte opposizione.
Il Card. Suenens dovette affrontare con energia e certezza profetica precisamente il Card. Ruffini il quale presentava i carismi come una faccenda del passato.
(AA.VV. Il rinnovamento Carismatico – Intervista di Renè Laurentin al Card L.J.Suenens pp. 95/104.
Gravissima questa opposizione di Ruffini anche perché non tenne conto di quanto era accaduto, agli inizi del 1900 nella Chiesa Cattolica con Elena Guerra e nella Chiesa Pentecostale con Charles Pahram.